di GIUSEPPE FILETTO e MARCO PREVE
Un uomo ammalato di Alzheimer, una multa da 63 euro, una procedura di esecuzione immobiliare che procede come un bulldozer, una serie di passaggi viziati da pesanti sospetti, specie quando l'aggiudicazione dell'appartamento avviene - secondo il consulente della Procura - grazie ad una talpa interna alla struttura che ha effettuato il pignoramento.
Tutto questo ha portato, nei giorni scorsi, il pm Francesco Pinto a chiedere il rinvio a giudizio per quattro persone. Si tratta del direttore ligure di Equitalia, Piergiorgio Iodice, e dei funzionari della stessa società concessionaria del servizio di riscossione tributi: Silvia Angeli, Roberto Maestroni, Pierpaolo Trecci, tutti assistiti dall'avvocato Giuseppe Sciacchitano. Le accuse nei loro confronti sono di abuso in atti d'ufficio e falso. Il caso risale al 2005 quando Equitalia era ancora Gestline, ma è diventato materia penale nel 2009 quando i figli dell'ex proprietario dell'appartamento di piazza Duca degli Abruzzi presentarono una denuncia affidandosi all'avvocato Massimo Auditore.
La procura contesta tutta la pratica, dall'inizio alla sua conclusione. Si parte dalla procedura esecutiva, ossia quella dell'esproprio. Fino al 2 dicembre del 2005 gli ufficiali della riscossione potevano "aggredire" un appartamento anche per un debito scaduto di appena 1500 euro. Successivamente il tetto è stato alzato a 8 mila euro, con un'altra condizione necessaria, ossia che l'importo complessivo del credito debba superare il 5% del valore dell'immobile. Con una memoria difensiva gli indagati sostengono che, purtroppo, all'epoca quelle erano le regole e quindi, messo in moto il meccanismo, non ci si poteva più fermare.
Un uomo ammalato di Alzheimer, una multa da 63 euro, una procedura di esecuzione immobiliare che procede come un bulldozer, una serie di passaggi viziati da pesanti sospetti, specie quando l'aggiudicazione dell'appartamento avviene - secondo il consulente della Procura - grazie ad una talpa interna alla struttura che ha effettuato il pignoramento.
Tutto questo ha portato, nei giorni scorsi, il pm Francesco Pinto a chiedere il rinvio a giudizio per quattro persone. Si tratta del direttore ligure di Equitalia, Piergiorgio Iodice, e dei funzionari della stessa società concessionaria del servizio di riscossione tributi: Silvia Angeli, Roberto Maestroni, Pierpaolo Trecci, tutti assistiti dall'avvocato Giuseppe Sciacchitano. Le accuse nei loro confronti sono di abuso in atti d'ufficio e falso. Il caso risale al 2005 quando Equitalia era ancora Gestline, ma è diventato materia penale nel 2009 quando i figli dell'ex proprietario dell'appartamento di piazza Duca degli Abruzzi presentarono una denuncia affidandosi all'avvocato Massimo Auditore.
La procura contesta tutta la pratica, dall'inizio alla sua conclusione. Si parte dalla procedura esecutiva, ossia quella dell'esproprio. Fino al 2 dicembre del 2005 gli ufficiali della riscossione potevano "aggredire" un appartamento anche per un debito scaduto di appena 1500 euro. Successivamente il tetto è stato alzato a 8 mila euro, con un'altra condizione necessaria, ossia che l'importo complessivo del credito debba superare il 5% del valore dell'immobile. Con una memoria difensiva gli indagati sostengono che, purtroppo, all'epoca quelle erano le regole e quindi, messo in moto il meccanismo, non ci si poteva più fermare.