mercoledì 15 dicembre 2010

14 DICEMBRE 2010: E' IL CANE ATHOS L'UNICO EROE DI QUESTA TRISTE GIORNATA

                                                          Athos, a bordo della Jolly Amarantodi Roberta Lerici

Nella giornata in cui Berlusconi ottiene la fiducia per 3 voti, e la politica delle compravendite offre uno spettacolo penoso, Athos è l'unico di cui mi senta di parlare, forse perchè quel suo non voler abbandonare la nave su cui viveva e che ormai stava affondando, mi ricorda l'umanità e la sensibilità che oggi la nostra classe politica sembra voler calpestare ogni giorno in nome dei propri interessi personali.


La fine della mascotte della Jolly Amaranto E' morto "Athos", il cane che non ha voluto abbandonare la nave 

GENOVA - Athos, evidentemente, amava la sua nave più i tutti: la cuccia in sala macchine era la sua casa da cinque anni; con lei aveva già fatto il giro dei porti di mezzo mondo. Era un cane "d'altura" la mascotte della Jolly Amaranto, ormai si trovava meglio in mare che a terra. E' stato lui l'unica vittima dell'incredibile vicenda del cargo italiano, scampato a tre giorni di tempesta in mare aperto, e affondato all'imboccatura del porto di Alessandria d'Egitto. Athos non ha accettato l'idea di abbandonarla e si è gettato in acqua per raggiungerla, ormai arenata sul fondale. Un marinaio si è tuffato per tentare di salvarlo ma non c'è stato nulla da fare.

IL TUFFO DAL RIMORCHIATORE - L'animale, insieme all'equipaggio, era stato sbarcato alle 3 di notte e caricato su un rimorchiatore che seguiva le manovre di soccorso. Per ultimi, come prevede la legge del mare, alle 5:25 anche il comandante ed il primo ufficiale di coperta avevano abbandonato la Jolly Amaranto, ormai inclinata su un fianco di 15 gradi e quindi condannata a restare semisommersa, visto il basso fondale del porto egiziano sul quale si era adagiata. A quel punto Athos, il cane più grosso a bordo delle navi della flotta «Ignazio Messina», cogliendo tutti di sorpresa, ha saltato la balaustra del rimorchiatore e ha iniziato a nuotare in direzione del relitto semisommerso, ma l'alta onda creata dalle eliche del rimorchiatore lo ha fatto affogare. Un marinaio, Pietro De Marco, di Licata, si è tuffato per cercare di salvarlo, ma è stato a sua volta soccorso perché rischiava di perdere la vita anche lui. 14 dicembre 2010
http://www.corriere.it/animali/10_dicembre_14/cane-nave_7f1b171c-07b7-11e0-a25e-00144f02aabc.shtml

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