sabato 18 aprile 2009
Premier: non so nulla del telegramma dal sindaco dell'Aquila
L'AQUILA (18 aprile) - Il premier Silvio Berlusconi in Abruzzo interviene nella polemica sollevata dalla notizia secondo la quale il sindaco della città cinque giorni prima della tragedia aveva inviato un telegramma con la richiesta di convocare lo stato d'emergenza. Del telegramma dice «di non avere notizie perché non posso conoscere tutti i telegrammi che arrivano ogni giorni». E sottolinea: «Addirittura il giorno prima dell'arrivo di questo telegramma il governo ha riunito la Commissione Grandi Rischi che ha avuto una sessione lunga finita con un verbale dove si dichiarava che non c'era alcuna possibilità scientifica di prevede il sisma. Questo dimostra l'efficienza della nostra Protezione civile di cui dobbiamo essere tutti fieri e orgogliosi». Berlusconi ha detto che Bertolaso gli ha riferito che la Protezione civile riceve «ogni giorno decine e decine di telegrammi dei comuni che chiedono per una cosa o per un'altra, l'emergenza. L'emergenza viene dichiarata solo dopo che l'accadimento c'è stato. Qui il terremoto è avvenuto dopo le 3 di notte e alle 11 del mattino del giorno dopo abbiamo già dichiarato lo stato di emergenza».
lunedì 13 aprile 2009
TERREMOTO ANNO ZERO: PD SI SPACCA SU SANTORO
NOTE: Come mai la politica si accorge della puntata di Anno Zero del 9 aprile solo il 12 aprile, giorno di Pasqua?
De Magistris Anno Zero-Video Youtube (allo stesso link troverete i video delle altre partidel programma del 9 aprile 2009)
Replica a berlusconi e Fini su annozero.
Di Pietro contrattacca: «L'indecenza è voler pilotare l'informazione»
«Indecente sarebbe far credere che quello che è successo in Abruzzo sia solo colpa del destino»
ROMA - «Annozero? L'unica indecenza è la pretesa di Berlusconi e Fini di poter pilotare l'informazione al fine di descrivere una realtà che non esiste. E, così, far credere che ciò che è accaduto in Abruzzo sia solo colpa del destino». Lo afferma il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, in merito alle dichiarazioni del premier e del presidente della Camera sull'ultima puntata della trasmissione di Michele Santoro sull'emergenza terremoto. «Pretendere di mettere il bavaglio ad un giornalismo che approfondisce la verità dello svolgimento degli avvenimenti è da criminali». Nel corso della trasmissione della Rai era ospite l'ex pm Luigi de Magistriis, candidato per l'Idv alle elezioni europee.
CONSEGUENZE DA PREVENIRE - «Comprendiamo che sia difficile prevedere un terremoto - dice Di Pietro -, ma riteniamo necessario e doveroso prevenirne le conseguenze, specie se si tratta di edifici pubblici di una certa importanza, come la casa dello studente, crollata per l'incuria, la cattiva costruzione e la pessima manutenzione. Altrettanto vero -conclude- è che le finanziarie del governo Berlusconi hanno previsto la riduzione dei fondi per la messa in sicurezza degli edifici pubblici e per la protezione civile».
LE POSIZIONI NEL PD- Giorgio Merlo, Pd, membro della commissione di Vigilanza Rai, plaude invece all'inchiestta annunciata da Garimberti: «Annozero di Michele Santoro ha una deroga particolare dalla Rai, o un contratto particolare, rispetto ai criteri che ispirano il servizio pubblico nel nostro paese?» si chiede, definendo «incredibile» la trasmissione di Annozero sul terremoto in Abruzzo. Santoro «può dire e può fare ciò che vuole, contro chi vuole e a danno di chi vuole a prescindere?». Sul caso interviene anche il Pd Vincenzo Vita, con una posizione diversa, rivolta all'intervento di Fini e Berlusconi: «Ognuno può giudicare come meglio crede la trasmissione di Michele Santoro sul terremoto, ma il problema è che "ancora una volta" c’è un "attacco alla libertà di informazione da parte di Silvio Berlusconi. Non si tratta di dare voti e giudizi sul programma di Santoro, sul quale è legittimo avere opinioni diverse e contraddittorie. Ed è anche doveroso ribadire sostegno e plauso verso il lavoro enorme della protezione civile. Ma qui è in causa la libertà di informazione, ancora una volta messa sotto attacco dal presidente del consiglio che è proprietario di buona metà dei media italiani". Conclude Vita: "Questo non può passare inosservato ed è augurabile anche che, essendo scattata la ’par condicio’, non solamente ’Anno Zero’, ma l’insieme dei programmi abbiano massima attenzione e rigore".
Corriere della Sera 12 aprile 2009
ARTICOLI CORRELATI:
Terremoto Abruzzo: Anno Zero, No. Spot elettorali sulle macerie, Sì
sabato 11 aprile 2009
Terremoto, nella notte scavi con due gru
Si continua a scavare nella notte, con l'ausilio di due ruspe, nella palazzina crollata a L'Aquila, in via D'Annunzio, dove in precedenza geofoni e cani avevano percepito qualcosa. La speranza è che possa esserci qualcuno che dia segni di vita sotto le macerie. "Scaveremo fino in fondo", aveva detto in precedenza il comandante generale dei vigili del fuoco, Antonio Gambardella, parlando di alcuni segnali rilevati dagli strumenti.
TERREMOTO: GAMBARDELLA (VIGILI DEL FUOCO), SU SUPERSTITE NON CI FACCIAMO ILLUSIONI MA CONTINUIAMO A SCAVARE
Stampa l' articolo Testo piccolo Testo medio Testo grande
l'Aquila, 10 apr. (Adnkronos) - Sulla presenza di una persona che potrebbe essere ancora in vita tra le macerie dell'edificio crollato in via D'Annunzio, a L'Aquila, "non ci facciamo troppe illusioni ma proseguiremo a scavare fino a quando non avremo certezze assolute". Lo sottolinea l'ingegnere Antonio Gambardella capo del corpo nazionale dei Vigili del fuoco, che in queste ore sta seguendo personalmente le operazioni di scavo dei detriti dopo la segnalazione delle apparecchiature tecniche dei vigili del fuoco, che avevano rilevato possibili movimenti all'interno della struttura. Una circostanza che sembrava essere confermata dal comportamento di 4 dei 6 cani addestrati delle unita' cinofile. "Abbiamo sentito un ticchettio, un rumore costante, ma potrebbe anche essersi trattato di una perdita d'acqua o dal rumore provocato da un frigorifero. Anche i cani hanno fiutato qualcosa e quindi e' il caso di proseguire le ricerche finche' non avremo certezze".
venerdì 10 aprile 2009
L'AQUILA, PROCESSO SCIACALLI:ASSOLTI I 4 RUMENI, NON AVEVANO RUBATO NULLA
L'Aquila, 10 apr. - (agi news) Come prevedibile, dopo la richiesta di assoluzione dello stesso pm, il giudice Giuseppe Romano Gargarella ha assolto dall'accusa di tentato furto aggravato i quattro romeni fermati questa mattina a San Quirico d'Ocre, oggetto del primo processo per direttissima contro presunti sciacalli istituito a L'Aquila dopo il terremoto. Il giudice ha condannato solo uno dei quattro accusati, Daniel Vicu, 29 anni, a sei mesi (pensa sospesa) per la detenzione di arnesi da scasso rinvenuti nella sua auto. I carabinieri avevano scoperto questa mattina che Elena Vicu, 51 anni, si era introdotta nell'abitazione dell'anziano di cui era la badante prima che l'abitazione venisse sfollata per il sisma. La donna era entrata con le chiavi, mentre Stefania e Ian Popa, ed il figlio di Elena Vicu, Daniel, aspettavano fuori con degli arnesi da scasso custoditi nell'auto di quest'ultimo. Obiettivo dei quattro, secondo le prime ipotesi degli inquirenti, era di impadronirsi dei 100 mila euro che il proprietario della casa teneva custoditi sotto una mattonella. Tuttavia, in seguito alle indagini, si e' riscontrato che i soldi non sono stati toccati e che i gioielli trovati addosso agli accusati erano di loro proprieta': la sentenza ne ordina l'immediata restituzione. Si chiude cosi' il primo processo contro presunti sciacalli, anzi il primo in assoluto celebrato nel capoluogo abruzzese dopo il terremoto. Un segnale di ritorno alla normalita', sia pure in condizioni di fortuna: sede ricavata in un'ala della scuola ispettori della Guardia di Finanza di Coppito, la stessa dove questa mattina si sono tenuti i funerali solenni e di fatto unica struttura pubblica agibile in tutta L'Aquila. Atti giudiziari scritti a mano, avvocati avvertiti all'ultimo del luogo del processo (si era perfino ipotizzato un camper) e un inevitabile alleggerimento del protocollo. Ma il segnale di speranza rimane: "La notizia - ha detto il colonnello Paolo Carretta, comandante della Scuola ispettori - e' che si e' celebrato un processo, indipendentemente da assoluzioni o condanne. Le autorita' hanno dimostrato di poter controllare un territorio, la procura ha potuto lavorare, i difensori hanno svolto egregiamente il loro lavoro".
Terremoto Abruzzo: Radio Maria celebra "L'evento voluto dal signore"
Livio Fanzaga, il direttore di Radio Maria in diretta radiofonica ha detto “… il Signore ha voluto che in questa settimana santa, in qualche modo anche loro partecipassero, diciamo così, alla sofferenza e alla sua passione…. Leggere i misteri di Dio è sempre molto difficile … in questa tragedia vogliamo vedere qualcosa di positivo, in fondo il Signore quando ci fa partecipare delle sue sofferenze è perché vuol farci anche partecipare del valore della sua resurrezione”.
Oggi sulla prima pagina di Avvenire, il quotidiano dei vescovi italiani, compare il titolo: Il demone non dà tregua.
Sempre su Avvenire, compare la seguente notizia:
Nel cortile dell’unica abitazione rimasta in piedi a Onna, il paese raso al suolo, c’è una statua della Vergine di Lourdes.
fonte razionalismo.wordpress.com
Terremoto: Gemiti sotto le macerie
10 aprile 2009 ore 19, 17
Fonte La Vita in diretta-TG3
Terremoto Abruzzo, Rifiuti Zero Campania raccoglie fondi
Terremoto: in 50.000 vivono in macchina davati alle loro case
"Aspetto i controlli dei pompieri. Come mi trovano se mi allontano?"
Per cinquantamila un'auto come casa:"Restiamo qui a guardare i nostri muri"
dal nostro inviato JENNER MELETTI
Per cinquantamila un'auto come casa "Restiamo qui a guardare i nostri muri"
Un'anziana in auto
L'AQUILA - Palma dorme nella Panda, assieme a due figli grandi. Il marito Ivano dorme nell'utilitaria di fianco. "Lui russa e allora l'abbiamo esiliato". Uno spiazzo enorme, dietro il comando dei carabinieri. Vivono qui, quelli che resistono. "Almeno posso guardare la mia casa. E' quella là in fondo, la vede? La tengo sott'occhio, e così se arrivano i vigili per i rilievi, sono pronta. Non vorrei che passassero e non trovassero nessuno. Ci sono delle lesioni ma non sembrano bruttissime. Voglio sapere quando potrò tornare". Non è facile vivere da accampati fai da te. "Il bagno? Noi signore dobbiamo aspettare la sera, quando arriva il buio. Ci nascondiamo fra le auto. Si torna lì prima che sorga il sole poi, per tutto il giorno, si cerca di resistere". Donne e uomini che non hanno voglia di farsi assistere, perché hanno paura di finire su un treno che poi non si può fermare. "Ti mettono sotto una tenda - dice Aldo S., camionista - e poi in un container. Oppure stai in un albergo al mare e dopo ti mandano chissà dove. Così, senza che te ne accorga, ti trovi in un altro pianeta e non ricordi nemmeno la tua casa. La mia è quella lì, a due piani. Io vado a vederla anche di notte, due o tre volte. Le giro intorno, controllo che non ci siano facce strane in giro. Non ho certo dei tesori, in casa. Ma lavoro da 27 anni e i miei soldi li ho messi in quei muri".
Diciottomila gli uomini e le donne nelle tendopoli organizzate, almeno cinquantamila quelli che hanno solo una casa su quattro ruote. C'è chi non ha trovato posto, c'è chi nemmeno si sogna di "andare a dormire con persone che nemmeno conosco". Gianna C., cassiera in un supermercato, ha messo la sua Golf nel giardino di casa e racconta il "segreto" degli accampati. "Devi calcolare la distanza. Il palazzo dove abito è alto dieci metri e allora devi stare lontano almeno dieci metri. Ma devi calcolare anche l'altezza dei palazzi vicini". Un salto in casa, ogni tanto. "Sono al primo piano ma le gambe mi tremano. Sono salita tre volte, a prendere l'indispensabile. Sì, anche il caricatore del cellulare. In bagno? Vado nella tendopoli qui vicina e così, per qualche minuto, ricarico il telefonino". Auto da 60.000 euro e utilitarie, parcheggiate una a fianco dell'altra, tutte piene di coperte, maglie, giacconi, bottiglie d'acqua... All'Aquila la notte e l'alba sono fredde poi arriva un sole che picchia. "Ogni tanto accendo il motore, così mi scaldo. E ascolto la radio. Sembra di non essere soli".
Pasquale Di Roberto, 78 anni, dorme in una Duna del 1989. "L'ho comprata quattro anni fa, per mille euro. Il mio appartamento è in quella casa azzurra e gialla. Speravo di passarci anche gli ultimi due e tre anni della mia vita". Guarda la casa come fosse un figlio. "Per 25 anni ho pagato l'affitto all'Ina poi l'ho riscattata. E da allora pago tutti i lavori: i nuovi pavimenti, i marciapiedi, la facciata... Vede, io facevo l'ambulante, mia moglie era portantina in ospedale, abbiamo tirato su 5 figli. La casa è l'unico nostro bene. Sto qui per i pompieri. Come fanno a entrare a casa mia per i controlli se io sono lontano? Il cibo? Me lo portano queste due ragazze, che hanno le gambe buone e sono molto gentili. Vanno a prenderlo nella tendopoli di piazza d'Armi". Le "ragazze" sono due signore ucraine, Anna e Irina. "Siamo sorelle - dice Irina - e Anna è venuta ad abitare da me perché ha perso il lavoro. L'anziana che assisteva è stata portata subito a Bergamo, dai parenti. La mia casa sta marcendo. Si sono rotti i tubi dell'acqua e sui pavimenti ci sono spanne d'acqua". Anche loro hanno una casa a quattro ruote. "Di giorno diamo una mano a Pasquale, per stare in compagnia. Ma se continua così, torneremo in Ucraina, almeno per qualche mese. Tante altre sono già partite, soprattutto quelle che erano ancora clandestine e adesso ci sono poliziotti e carabinieri dappertutto. Ma se qualcuno chiede i documenti, basta dire: "Li ho lasciati in quella casa crollata". Che vadano loro, a prenderli".
Antonietta Ascani, 72 anni, entra ed esce dai tre negozi dei suoi tre figli, Gianfranco che ha la tabaccheria, Lucia con profumeria ed edicola, Giorgio che ha il bar. "La notte si sta in macchina e poi ci si mette al lavoro. Siamo stati i primi, ad aprire i negozi. Bisogna fare capire che non dobbiamo stare fermi. Io cerco di dare una mano ai figli. Qui in Abruzzo si diceva: "le lacrime per i morti sono lacrime perse". Lo dicevano i nostri vecchi per farsi coraggio dopo le guerre e le pestilenze. Ma io guardo sul giornale le facce di tutti quei giovani morti e mi viene da piangere. L'altra sera ero qui fuori, quando è arrivata la seconda grande scossa. Il terremoto è una serpe che cammina sottoterra, mi sembrava di sentirla sotto i piedi". Le tendopoli sono diventate il refettorio di tutti. "Anche noi andiamo lì. La casa non è agibile e comunque non c'è il gas: non puoi cucinare niente. Ci sono dei volontari del Friuli che sono cuochi bravissimi. Oggi ci hanno dato pasta asciutta e salsicce ai ferri".
Ha accettato una camera in un hotel di Giulianova, il signor Alfredo Cordeschi, 69 anni. "Ma ogni mattina torno qui, a vedere la mia casa. Vede, noi terremotati siamo trattati anche troppo bene. In albergo ci servono come i clienti normali e la gente ci è vicina. Stamattina mi sono fermato in un forno di Giulianova per comprare delle focacce da portare qui, agli amici terremotati come me. Quando ho tirato fuori i soldi la fornaia mi ha detto: "Siamo a posto così. Le porti su in fretta, che arrivano calde". Ma ogni volta che guardo la mia casa distrutta mi sento male. Non penso ad altro. Mi dico: dai Alfredo, con i pochi risparmi potrai comprarti una roulottina... E mi viene da piangere. E' terribile sapere che non potrai mai più dormire nella tua casa".
(10 aprile 2009)
Terremoto: Procura l'Aquila indaga sugli edifici crollati
L'edificio dell'ospedale crollato
L'AQUILA - "Indagheremo sugli edifici costruiti sulla sabbia marina". Alfredo Rossini, procuratore generale dell'Aquila ha deciso di aprire un'inchiesta sui materiali e sui metodi di costruzione usati per diversi edifici del capoluogo abruzzese crollati come castelli di carte alla prima scossa della notte tra domenica e lunedì. Cemento impastato con sabbia marina e metodi sbagliati, come ha dimostrato l'inchiesta pubblicata oggi da Repubblica con gli articoli di Attilio Bolzoni e Carlo Bonini. "Dobbiamo dare una risposta immediata alle vittime e ai loro parenti" spiega Rossini che, fin dal giorno dopo il sisma ha aperto un inchiesta per disastro e omicidio colposi. Un'inchiesta, all'inizio, contro ignoti. L'indagine che comincia oggi potrebbe finire per individuare le persone da imputare di quei reati. Un'indagine che Rossini intende iniziare con una serie di perizie su alcuni dei crolli più impressionanti e più inaspettati. La casa dello Studente, il Tribunale e l'Ospedale San Salvatore sono solo alcuni degli edifici che verranno sottoposti ad attenta verifica per capire come possano aver offerto così poca resistenza alle scossa di magnitudo 5.8 Richter.
(La Repubblica 10 aprile 2009)
Terremoto Abruzzo, l'emergenza dei cani perduti:Adottiamo temporaneamente un cane terremotato
Due numeri speciali di telefono: 340-1347340 e 347-5774850
Una decina sono stati già riconsegnati, tanti altri cercano ancora i padroniPer alcuni, che hanno perso i cari più vicini, l'animale è rimasto l'unico affetto
L'emergenza dei cani perduti"Vagano dalla notte del sisma"
da nostro inviato PAOLO G. BRERA
L'AQUILA - Abbaiano disperati tra i calcinacci dei vicoli, si aggirano sperduti sui monti di detriti. Hanno sete, hanno fame, non hanno più un padrone e rischiano di diventare aggressivi: nel dramma del terremoto c'è anche una grave emergenza veterinaria. Si aggrava ora dopo ora per le centinaia di cani perduti nella notte del sisma, e da allora dispersi e impauriti. "Abbiamo istituito un'unità di crisi veterinaria coordinata dall'istituto zooprofilattico di Teramo - spiega il responsabile per gli animali da compagnia, Paolo Dalla Villa - organizzata in tre sezioni per far fronte a tutti i problemi che si stanno creando. Ci occupiamo dei cani rimasti soli ma anche dei randagi; dei cani di quartiere che non hanno mai dato problemi ma non hanno più nessuno che li assista; degli animali abbandonati dalla gente già sfollata ma poi fuggita in condizioni di panico per le nuove scosse. Tentiamo di occuparci anche dei cani e dei gatti ancora intrappolati negli appartamenti, che devono essere salvati esattamente come gli esseri umani. Infine gestiamo il problema dell'igiene urbana veterinaria, degli animali rimasti accanto ai padroni nelle condizioni precarie delle tendopoli". Una decina di cani perduti è già stata riconsegnata ai proprietari. È il caso di 'Virgola': "Era rimasto solo su un terrazzo - racconta il responsabile nazionale dell'unità cinofila della Forestale, Lorenzo Tomagri - perché il proprietario quella notte era a Roma per lavoro. Siamo riusciti ad arrivare sul terrazzo, era un bel barboncino nero ma era molto agitato e ringhiava arrabbiatissimo. Con calma, con l'esperienza lo abbiamo preso e riconsegnato al suo proprietario". Una buona notizia, ma l'emergenza sta diventando più pressante ora dopo ora. "Durante e dopo ogni scossa - racconta ancora Dalla Villa - sono eccitati e disorientati, oppure restano paralizzati dalla paura. Sono molto sensibili, avvertono le scosse prima che arrivino, abbaiando disperatamente". Agitati, impauriti, assetati: rischiano di formarsi branchi e di diventare un pericolo.
Intanto, decine di persone si presentano al canile della Asl dell'Aquila consegnando il proprio animale: "Implorano che glielo tengano per un po', senza darlo in adozione perché torneranno a riprenderlo appena le condizioni di vita saranno meno dure".
Per questo l'unità di crisi veterinaria lancia un appello in tutta Italia ad adottare temporaneamente un cane terremotato.
Hanno istituito due numeri speciali di telefono: 340-1347340 e 347-5774850. Gli stessi numeri possono essere utilizzati anche da centinaia di proprietari che hanno smarrito il loro cane nella notte del sisma, e chiedono continuamente ai vigili del fuoco di accompagnarli nel centro storico devastato per ritrovarli. In molti casi quei cani sono già al sicuro, curati e ospitati in attesa che i padroni li richiedano. E' successo a Nicky, un chihuahua ferito nel crollo terribile che ha ucciso una coppia. "Era in condizioni critiche - racconta Dalla Villa - ed è stato soccorso dalla Croce rossa e mandato sulla costa pescarese, dove è stato curato da un veterinario di Silvi e riconsegnato il pomeriggio del giorno dopo al fidanzato della proprietaria, la ragazza che aveva perso entrambi i genitori". Quando gliel'hanno dato, lui li ha abbracciati: "Grazie... La mia ragazza non ha più nessuno, della sua famiglia ora le è rimasto solo lui".
(La Repubblica 10 aprile 2009)
giovedì 9 aprile 2009
Puglia, la via dei rifiuti passa per la Cina
Dai porti del Sud Italia ai laboratori clandestini della Cina. Un tour pericoloso per la spazzatura italiana che, senza essere adeguatamente trattata, torna in Europa sottoforma di piatti, bicchieri, utensili da cucina o addirittura giocattoli che spesso si rivelano tossici e altamente nocivi. In una inchiesta firmata da Mauro Denigris, Antenna Sud racconta attraverso documenti esclusivi come la Puglia sia diventata uno dei luoghi privilegiati del traffico illecito dei rifiuti
fonte: la voce dell'emergenza 9 online
Salerno, inaugurato impianto compostaggio
«È un impianto aerobico e anaerobico all’avanguardia: con i biogas si otterrà energia, con il materia più solido compost per concimare i terreni». L’assessore Gerardo Calabrese illustra le caratteristiche dell’impianto il cui cantiere è stato inaugurato ieri. L’Ati, l’associazione di imprese, Daneco Impianti (Milano), Ros, Roca (Spagna) e Rcm (Sarno) giura che lo realizzerà in un anno. Inoltre lo gestirà per primi due anni provvedendo, nello stesso tempo, alla formazione del personale destinato a gestire il compostaggio. Un modo per garantire la qualità dell’impianto stesso, perché eventuali problemi di funzionamento dovranno essere risolti dalla stessa Ati. Venticinque milioni di investimento, 28mila metri quadrati, per trattare la frazione organica dei rifiuti, detta Forsu. Questa, portata all’impianto, viene trattata meccanicamente con la spremitura. La parte liquida viene avviata a un biodigestore anaerobico, un grosso silos senza ossigeno dove a 55 gradi agiscono batteri che fanno sviluppare biogas che ha un potere calorifero pari alla metà di quello del metano, ma comunque in grado di far girare un motore collegato ad un alternatore per produrre energia. Energia pulita e venduta con i certificati verdi. La parte più solida uscita dal processo di spremitura viene destinata a vasche che hanno dei fori per insufflare l’area. Qui si avvia la fase aerobica: i liquidi che sono ancora rimasti evaporano, si stabilizza il materiale che diventa compost, un fertilizzante che si può utilizzare in qualsiasi campo. «L’impianto è realizzato in depressione - conclude Calabrese - con una serie di filtri per abbattere polveri e odori. Inoltre questo impianto occupa la metà dello spazio rispetto agli altri siti di compostaggio». (Il Mattino - Salerno, tratto dalla rassegna stampa di PeaceLink Campania)