giovedì 19 marzo 2009

sCUOLA, SCIOPERO 18 MARZO: CGIL E GILDA SODDISFATTI

Scuola/ Gilda soddisfatta per sciopero e cortei: grande affluenza
Soprattutto nella primaria. E molti sindacati non hanno aderito


Roma, 18 mar. (Apcom) - Anche la Gilda ritiene decisamene positivo l'esito dello sciopero generale della scuola indetto oggi, assieme alla Flc-Cgil, per protestare contro la politica del governo Berlusconi nei confronti della scuola. "Dai primi dati in nostro possesso pervenuti dalle province - dice il coordinatore nazionale della Gilda degli insegnanti, Rino Di Meglio - risulta che la partecipazione allo sciopero è stata elevata, soprattutto nella scuola primaria. Un dato particolarmente significativo se si considera che molti sindacati non hanno aderito".
"In molte città si sono svolte manifestazioni che hanno registrato una grande affluenza - afferma Di Meglio - e adesso ci auguriamo che il dissenso manifestato chiaramente oggi convinca il governo a fare marcia indietro sui pesanti tagli previsti che - ribadisce il coordinatore nazionale - rischiano di danneggiare gravemente la scuola pubblica statale".
Qualora i provvedimenti governativi e ministeriali non dovessero essere rivisti, il sindacato promette di adottare altre forme di protesta: come la richiesta ai propri iscritti di dimettersi dagli incarichi straordinari rispetto alle proprie competenze di base.
"La Gilda - conclude Di Meglio - non esclude ulteriori azioni di protesta quali, per esempio, l'autosospensione degli insegnanti dai consigli di istituto e il blocco delle attività aggiuntive".

sabato 14 marzo 2009

SCUOLA: SCIOPERO GENERALE 18 MARZO 2009

Comparto scuola, FLC Cgil indice sciopero per il 18 marzo

Il comparto scuola incrocerà le braccia a livello nazionale il 18 marzo. La comunicazione arriva dalla FLC Cgil che dichiara: "È la prima volta in Italia che nello stesso giorno sciopererà tutto il mondo della conoscenza. Le lavoratrici e i lavoratori che operano nei settori pubblici e privati della conoscenza si preparano allo sciopero. Sono docenti, personale ATA, dirigenti scolastici, ricercatori e tecnologi, tecnici e amministrativi, formatori, lettori e cel, a tempo indeterminato e precari; insomma, tutti coloro che lavorano nella scuole, negli atenei, negli enti di ricerca, nell'alta formazione e nella formazione professionale.
È la prima volta in Italia che nello stesso giorno sciopererà tutto il mondo della conoscenza. Assistiamo, dunque, ad un evento unico, come non ha precedenti l'attacco ai diritti dei lavoratori che il Governo sta portando avanti".

Queste le modalità di adesione della FLC Cgil per poter prendere parte allo sciopero. Per i lavoratori della scuola, dell'università e dell'alta formazione artistica e musicale lo sciopero si estenderà o all'intera giornata o al proprio turno di lavoro. Invece per gli enti di ricerca e nella formazione professionale l'astensione dal lavoro sarà di quattro ore.

Questo il testo del volantino di protesta

"uscire dalla crisi investendo sulla conoscenza
no ai tagli del governo sugli organici docenti e ata
# si taglianoo 150 000 posti di lavoro
# si riduce il tempo scuola e l’offerta formativa
# si stravolge il modello del tempo pieno e prolungato, eliminando le compresenze
# si mette a rischio l’unita’ dei servizi delle scuole autonome tagliando 1 amministrativo, 1 tecnico e 3 collaboratori scolastici per ogni scuola

no alla destrutturazione del contratto nazionale
# si riporta sotto il controllo politico lo stato giuridico, la carriera e i provvedimenti disciplinari dei docenti
# si riducono drasticamente le materie di contrattazione
# si limita e si riduce la liberta’ di insegnamento tutelata dalla costituzione
# si abolisce la rappresentanza dei lavoratori

no all’accordo separato sul modello contrattuale
# non garantisce il potere d’acquisto delle retribuzioni
# riduce le tutele del contratto nazionale
# limita il diritto di sciopero

per:
# organici docenti e ata stabili e funzionali al tempo scuola e all’offerta formativa
# per un piano triennale di assunzioni su tutti i posti liberi
# il ripristino dei finanziamenti alle scuole
# per difendere il contratto nazionale e i diritti dei lavoratori
# per proteggere la liberta’ di insegnamento dalle incursioni dei governi di turno

insieme possiamo ancora modificare queste gravissime decisioni che riducono i tuoi diritti
non far mancare la tua voce"

Stefano Michero

Venerdì 13 Marzo 2009 ore 11:29

Sciopero dei docenti: no ai tagli alla scuola, può esserci una soluzione

Sabato 14 Marzo 2009

Sciopero dei docenti mercoledì 18 marzo 2009: no ai tagli alla scuola, può esserci una soluzione

PARMA, 14 MARZO - Il gruppo “Maestre e i Maestri, autoconvocati, di Parma e provincia”, pur svincolato da qualsiasi appartenenza partitica e politica, il prossimo mercoledì parteciperà allo sciopero generale della scuola proclamato dai sindacati Gilda degli Insegnanti e Cgil, una propria delegazione sarà presente al presidio previsto davanti alla Prefettura di Parma alle 10. Il governo prevede la cacciata dalle scuole di 141mila persone tra docenti ed altro personale scolastico nei prossimi tre anni, le attuali proiezioni solamente per il prossimo anno scolastico, prevedono che nel parmense non saranno richiamati in servizio ben 120 docenti, e non si sa ancora il numero degli impiegati e dei collaboratori scolastici (bidelli). Il portavoce del gruppo "Maestre e Maestri, autoconvocati, di Parma e provincia", Salvatore Pizzo, puntualizza che questo nel Parmense può essere evitato: "il sistema scolastico locale ha razionalizzato e risparmiato quando in altre province non lo si faceva, adesso sarebbe ingiusto accollarci anche i risparmi, che se dovessero essere proprio necessari, andrebbero richiesti ad altre province – continua Pizzo – Il Ministero assegna l’organico a livello regionale, quando a Bologna si deciderà il numero di personale da assegnare alle province, possono esserci delle discrezionalità per dare delle deroghe, in base alle specificità locali, in questo i politici parmense devono essere abili ed incisivi a farsi valere, quando vogliono sanno portare a casa buoni risultati, lo facciano anche adesso, questo vale per centro destra e centro sinistra, visto che una parte dei tagli, 20mila sono da ascrivere al governo Prodi, i politici si rivolgano anche ai funzionari che vengono nominati con criteri di spoil sytem". Quest’anno Parma si è confermata ad alti livelli per quanto riguarda la sicurezza nelle scuole, il prossimo anno potrebbe non avvenire perché a causa dei tagli aumenterà il numero di alunni per classe, e le aule di recente realizzazione sono progettate per contenerne massimo 25.
14/03/2009

Amministrative: Belisario,IDV "rapporti difficili con Pd, si cambi strategia"

14 mar 14:01
ROMA - Il Pd cambi passo e strategia, altrimenti il centrosinistra perdera' colpi. E' quanto afferma Felice Belisario, capogruppo dell'Italia dei Valori al Senato, che ha sottolineato le sue perplessita' sull'esito delle prossime elezioni amministrative. "I nostri rapporti con il Pd - ha detto Belisario - rimangono difficili. L'Italia dei Valori viene considerata piu' un limone da spremere, solo un partito portatore di voti per i giochetti tutti interni al Pd, ma non ci viene riservata alcuna attenzione sul territorio e per questo in molte realta' ci presenteremo da soli. In questo modo alla fine si fara' il

Crisi, allarme Confindustria:"Servono i soldi veri"


(i soldi del Monopoli)
Si agisca in fretta per salvare le aziende che rischiano il fallimento»
Crisi, l'allarme di Confindustria:«Emergenza reale, servono soldi veri»
Marcegaglia a Berlusconi: «Emergenza vera, non boutade mediatica. Non vogliamo sussidi ma ossigeno»



Emma Marcegaglia (Ansa) PALERMO - «La crisi si sta aggravando, servono soldi veri su alcuni punti essenziali». A Palermo per il convegno biennale della Piccola Industria, Emma Marcegaglia non risparmia mezzi termini sull'entità della crisi. La crisi «è un'emergenza vera. Non è una boutade mediatica» ha detto Emma Marcegaglia, sottolineando con forza che questo «è il momento di usare il linguaggio della verità: rischiamo di perdere i veri campioni del made in Italy». «Tacere - ha aggiunto - significherebbe tradire il Paese». Poi un appello rivolto direttamente al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi: «Se non si agisce in fretta e non si stanziano fondi veri» le imprese rischiano di fallire. «Ci rivolgiamo a lei - ha detto la Marcegaglia riferendosi al premier - perché il governo sia pienamente consapevole della gravità della situazione e assicuri il sostegno alle imprese». «È venuto il momento - ha scandito - di una risposta da parte sua, signor presidente. Adesso servono soldi veri».

«FONDI SUBITO» - «Siamo responsabili e conosciamo bene le difficoltà del debito pubblico e delle condizioni internazionali per il suo finanziamento - ha proseguito Marcegaglia -. Noi imprenditori vogliamo dare risposte continuando a investire. Ma proprio per questo i denari a sostegno delle imprese devono essere veri, certi e arrivare subito. Non chiediamo sussidi, ma ossigeno per poter sopravvivere alla tempesta ed essere poi in grado di cavalcare la ripresa appena arriverà. E siamo tra i pochi - ha precisato - che ancora pensiamo che, se agiamo bene, potrà arrivare alla fine di quest'anno». La presidente degli industriali ha quindi invitato a porre al centro l'impresa «senza perdere altro tempo». «Bene gli ammortizzatori sociali, bene l'aumento dell'indennità ai cocopro. Ma c'è un'emergenza ancora più fondamentale della disoccupazione. - ha specificato - Se migliaia di piccole imprese chiudono e spariscono, i disoccupati potranno anche avere tutti l'assegno di disoccupazione ma poi non avranno dove tornare a lavorare».
INCONTRO - Il premier e la presidente di Confindustria, sentitisi telefonicamente dopo l'intervento della Marcegaglia a Palermo, si sono dati appuntamento martedì pomeriggio per un confronto sulla grave crisi economica e sui provvedimenti urgenti da prendere.
LE RICHIESTE - Gli industriali, ha spiegato la loro leader nel corso del convegno nel capoluogo siciliano, chiedono un fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, l'avvio dei cantieri anche più piccoli e uno sgravio fiscale per «le imprese che fanno uno sforzo importante nel capitalizzare». «Non vi è dubbio - ha infatti aggiunto la leader degli industriali - che le aziende con poco capitale non riusciranno a sopravvivere». Il credito è la prima cosa che industriali chiedono, «perché è essenziale per la sopravvivenza delle imprese. Non vogliamo vedere i conflitti istituzionali che oggi vediamo - ha aggiunto Marcegaglia -, ma una grande collaborazione tra Banca d’Italia e Governo, tra imprese e banche perché da questo dipende la sopravvivenza delle imprese».

«I DATI? NON SONO DRAMMATICI» - Per affrontare la crisi occorre mettere in piedi «qualcosa di coesivo», qualcosa che coinvolga maggioranza e opposizione «sia sul territorio sia a Roma»: questa la proposta dell’ex ministro dello Sviluppo economico, Pier Luigi Bersani, che nel corso del suo intervento al Forum di Confcommercio a Cernobbio ha sottolineato la necessità in questa fase di «tavoli di crisi e di solidarietà. Dei luoghi di convergenza, sia sul territorio sia a Roma, dove ciascuno deve dare la propria disponibilità». A Cernobbio Bersani ha anche lanciato l’allarme evasione fiscale, invitando il governo a reintrodurre con decreto le norme approvate dal governo Prodi. Parole più rassicuranti sulla crisi economica sono arrivate invece da Maurizio Sacconi. Arrivando al convegno di Rete Italia a Riva del Garda, Il ministro del Lavoro ha assicurato che «i dati ci segnalano una difficoltà crescente, ma non sono drammatici se li confrontiamo ad altre stagioni del passato».
14 marzo 2009

Berlusconi chiede a Bondi 3 statue romane per le sue stanze a Palazzo Chigi

Berlusconi chiede a Bondi 3 statue romane per le sue stanze a Palazzo Chigi
«Sarebbe sbagliato smembrare collezioni archeologiche pubbliche per soddisfare vezzi napoleonici»


ROMA - Silvio Berlusconi «ha chiesto al ministero dei Beni Culturali di autorizzare il trasferimento di quattro statue romane dal Museo delle Terme di Diocleziano a Palazzo Chigi». È la capogruppo Pd in commissione Cultura alla Camera, Manuela Ghizzoni, ad affermarlo nella nota in cui spiega che si tratta di «statue di alto valore artistico, attualmente non esposte al pubblico per una cronica carenza di fondi che, anche a seguito del taglio contenuto nell'ultima manovra Finanziaria, non consente la riapertura degli spazi espositivi che ospitarono il primo Museo nazionale di Roma, dopo l'unità d'Italia».
La capogruppo Pd in commissione Cultura alla Camera, Manuela Ghizzoni (dal web)«VEZZI NAPOLEONICI» - «Precludere al pubblico la fruizione di queste opere d'arte e usarle per il decoro degli spazi privati del presidente del Consiglio - prosegue - appare una scelta profondamente sbagliata, così come errata sarebbe la decisione di smembrare collezioni archeologiche pubbliche per di più per soddisfare richieste che ricordano vezzi napoleonici». «Per questo - conclude - abbiamo presentato una interrogazione al ministro Bondi per fare luce sulla vicenda e chiedere l'apertura al pubblico degli spazi espositivi delle terme di Diocleziano di Roma».
ZAZZERA (IDV) - «Dopo aver chiesto il trasferimento a Palazzo Chigi di quattro straordinarie statue dal Museo delle Terme di Diocleziano, quanto dovremo attendere prima che il cesarismo di Berlusconi tracimi del tutto e pensi di trasferire il Colosseo ad Arcore? Oppure di costruire un arco di trionfo nella sua residenza?». Lo afferma il capogruppo dell'Italia dei Valori in commissione Cultura Pierfelice Zazzera. «Questa richiesta - aggiunge Zazzera - rivela quale sia la considerazione del governo per il patrimonio storico e culturale del nostro Paese. Una risorsa enorme da tutelare e valorizzare, non da ridurre a orpello del potere».
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SOPRINTENDENZA - La conferma del prestito di tre, e non quattro, delle statue romane che dal Museo delle Terme andranno a Palazzo Chigi arriva dal soprintendente all'archeologia di Roma Angelo Bottini, che ha dato l'ok alla richiesta arrivata dal premier Berlusconi. «Ma non vedo lo scandalo - sottolinea Bottini - sono opere che non erano esposte al pubblico e che non avrebbero potuto esserlo per molto tempo. Quella dei prestiti allo Stato e alle Istituzioni è una prassi consolidata e frequentissima. Come oggi vengono prestate a questo governo avrebbero potuto esserlo al precedente, non c'è nessuna valenza politica, c'è una valenza istituzionale». Il soprintendente precisa che la più importante (il grande gruppo marmoreo con Venere e Marte di età antonina) sarà collocata alla sommità dello scalone d'onore del Palazzo che ospita la presidenza del consiglio, così da accogliere gli ospiti d'onore, mentre altre due andranno nello studio del premier. Il fatto che le tre statue non fossero nei depositi bensì in alcune sale del Museo delle Terme, «non vuol dire nulla», sottolinea il soprintendente Angelo Bottini, «perchè quelle sale erano chiuse e lo saranno ancora per qualche anno per motivi di restauro». Tra l'altro, precisa, «non si tratta nemmeno di opere frequentemente richieste in visione dagli studiosi». L'atto di consegna non è stato ancora formalizzato, ma è stato stabilito che il prestito durerà «fino alla fine naturale della legislatura». Bottini conferma che a Palazzo Chigi ci sono molte opere in prestito da musei e gallerie. «Anche le soprintendenze archeologiche prestano e non da oggi - dice - a Roma abbiamo appena prestato alla Corte dei Conti, ma in tutta Italia e da sempre le soprintendenze prestano alle istituzioni, dai ministeri alle questure, la polizia, anche l'università ». Ci sono regole di conservazione da rispettare, ma i marmi sono meno delicati dei dipinti e «la presidenza del consiglio in particolare ci dà una buona garanzia di attenzione».

corriere della sera 13 marzo 2009(ultima modifica: 14 marzo 2009)

venerdì 6 marzo 2009

SIT IN 9 MARZO : uniti per la scuola di tutti e per tutti

La FLC CGIL di Roma e del Lazio il giorno 9 marzo dalle ore 15.00 in via Pianciani, ha organizzato un sit-in di protesta contro i previsti tagli agli organici e per il rispetto da parte dell'amministrazione scolastica della volontà espressa dai genitori all'atto dell'iscrizione alle scuole dei propri figli.
Contemporaneamente anche il coordinamento genitori-insegnanti "Non Rubateci il Futuro" e il Movimento Insegnanti Precari, si ritroveranno a manifestare nello stesso luogo, in difesa della scuola pubblica.

LE FAMIGLIE HANNO SCELTO : ORA MANIFESTIAMO COMPATTI PER DIFENDERE LE NOSTRE

volantino cgil

Volantino Non rubateci il futuro

CRISI, TREMONTI: "Non ho mai detto orribile o terribile". Vero, ha solo detto che il futuro sarà peggiore del presente

Tremonti, mai detto orribile o terribile riguardo la crisi

Anche Tremonti afferma di essere stato frainteso. Non ha mai detto che la crisi è terribile. Forse ha ragione, ha solo detto che il futuro sarà peggiore del presente. Ma in un momento in cui la maggior parte degli italiani è convinta di aver toccato il fondo, avere un ministro dell'economia che ti annuncia che la situazione peggiorerà, non può essere presa come una battuta con cui sganasciarsi dalle risate. Ma il governo è così, lancia un sasso e quando tutti i giornalisti lo hanno raccolto, dice "non sono stato io, la colpa è dei giornalisti". Forse anche la crisi sarà colpa dei giornalisti e, alla fine, saranno proprio loro a doverci pagare un assegno di disoccupazione per il danno che hanno arrecato all'economia con i loro falsi allarmismi.
Anche Berlusconi oggi si duole perchè la tv di stato è pessimista e antigovernativa:"“Il calo delle delle Borse è dovuto a una manciata di azioni. Considero dannoso che i media continuino a presentare la crisi come qualcosa di tragico e definitivo. E’ una crisi pesante, ma il termine tragico è esagerato”.

Infatti per quelli come lui la crisi non esiste. Lo abbiamo visto nelle interviste di Ballarò,

D:
"Lei avverte la crisi?"

R:"Sì, quest'anno non mi sono ricomprato gli sci"
D:"Perchè , ne comprava un paio nuovi all'anno?"
R:"sì".

E ora, le dichiarazioni più belle di oggi:

Tremonti: "Votare sinistra significa volere il ritorno dell'Ici" Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ha invece contestato le affermazioni dell’opposizione sulle scelte fatte dal governo. E proprio a proposito dell’Ici ha sottolineato: "Chi voterà alle prossime elezioni la sinistra vuole rimettere l’Ici". "E' il momento di contrastare la comunicazione che fa la sinistra - ha proseguito il titolare di via XX Settembre - la sinistra parlava di miracolo. Chi aveva ragione? Chi parlava di crisi o chi parlava di miracolo?". Tremonti ha, quindi, ricordato che il governo ha "evitato al Paese e ai cittadini di andare a fondo come invece sarebbe accaduto con la sinistra". "Ci è stato detto: avete sbagliato sull’Ici e poi ci dicono che dovevamo ridurre le tasse al ceto medio. Più ceto medio dell’Ici? Sappia chi voterà la sinistra che così vuole rimettere l’Ici".

Tremonti, mai detto orribile o terribile riguardo la crisi


(Teleborsa) - Roma, 6 mar - "Non ho mai usato le parole orribile e terribile" per definire la situazione economica del Paese nel 2009. Così Tremonti mette fine al vespaio sollevato dalla stampa, che stamattina titolava così le prime pagine delle principali testate nazionali.
Tremonti, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi, ha aggiunto che questa campagna di "disinformazione" fa male al Paese più che al Governo.

Berlusconi: Rai troppo pessimista e anti-governativa

06/03/2009 16:45

Nella conferenza stampa che ha segnato il termine del Consiglio dei ministri di oggi, Silvio Berlusconi torna ad attaccare i media, e in particolare modo la Rai.

La categoria dei giornalisti, da sempre bersaglio prediletto del Presidente del Consiglio, sarebbe colpevole di alimentare la sfiducia degli italiani in questo difficile periodo di crisi economica, predicendo un futuro dai toni foschi senza ragione: “La crisi esiste - dice Berlusconi - ma è vissuta sui media in maniera più drammatica di quella che è”.

La dissertazione a tutto campo su mercato e mezzi d’informazione prosegue poi tra analisi di borsa e questioni linguistiche: “Il calo delle delle Borse è dovuto a una manciata di azioni. Considero dannoso che i media continuino a presentare la crisi come qualcosa di tragico e definitivo. E’ una crisi pesante, ma il termine tragico è esagerato”.

Berlusconi chiede, insomma, una mano ai mezzi d’informazione, tv o giornali che siano, “un minimo di benevolenza verso gli interessi di tutti”.

Immancabile lo scossone dato alla Rai, istituzione in crisi da anni e negli ultimi mesi quasi allo sbando, colpevole, secondo il proprietario di Mediaset, di ripetuti attacchi al governo: “E’ l’unica tv di Stato che attacca il governo in carica”.

Gli spunti proposti dalla conferenza stampa sono innumerevoli: si potrebbero presentare numeri, bilanci d’aziende sull’orlo del fallimento, i piani di ristrutturazione e licenziamenti che ormai colpiscono qualunque categoria (persino il lusso). Si potrebbe parlare della perdita del potere d’acquisto e delle difficoltà conclamate degli istituti di credito. Colossi industriali che scricchiolano e mondo editoriale allo stremo. Ma in questo caso l’argomento specifico sono i media e il loro ruolo.

Suona quantomeno buffo dare per scontato che i mezzi di comunicazione debbano fare da di cassa risonanza per le veline governative, rabbonendo lettori e telespettatori in un opera di pubblico convincimento dell’irreale.

E’ pericoloso, oltre che buffo, perché nell’imperfetto sistema democratico, la stampa ha storicamente ricoperto il ruolo di bilancia dell’opinione. Diversamente sarebbe dittatura.

Fa uno strano effetto vedere il proprietario (ombra ma non troppo) di tre canali televisivi e un quotidiano nazionale (senza contare le testate di supporto e il magazine più venduto d’Italia - Sorrisi e Canzoni Tv) chiedere l’aiuto dei media e rilanciarsi nell’annosa e intricata polemica con la televisione di Stato (che, per altro, ha una lunga storia di influenze e spartizioni politiche), paragonandola ad altre pari ruolo europee, in maniera spiccia.

Non si tratta di schierarsi a favore o contro l’attuale stato dell’informazione dello Stivale, quanto di abboccare o meno a un (mediocre) trucco di prestidigitazione, appunto, mediatica: il gioco del detto e contraddetto, della ragione urlata e populista, della confusione cercata, in cui vale tutto e quindi niente ha valore.

Probabilmente, quel che manca davvero (e che certo ai media andrebbe richiesto) sono consapevolezza del contesto e una minima onestà intellettuale: oggi il sito di The Guardian dedica il titolo principale all’incredibile tasso di disoccupazione negli Stati Uniti (mai così alto dal 1983); Bbc dedica un servizio alla variopinta protesta contro il segretario all’economia del governo britannico (oggi), Mandelson, e ha definito fiacco il discorso del Premier Brown sull’eccessivo pessimismo in tempo di crisi (il 26 gennaio scorso, ma forse dalle parti di Palazzo Chigi il satellite è disturbato); il New York Times apre con un numero inquietante: 651 mila posti di lavoro persi oltreoceano in febbraio.

Intanto, il Ministro dell’economia Tremonti, che affianca Berlusconi in sede di conferenza stampa, dice di non aver mai definito il 2009 “anno orribile, come invece hanno riportato ieri la Repubblica, Panorama, Milano Finanza e un numero imprecisato di giornali e agenzie di stampa.

E poi si paragona a Roosevelt durante la Grande Depressione: “Abbiamo seguito la stessa strada intrapresa da Roosevelt [...]. Uscite a mangiare un hamburger e verniciate i vostri garage (proprio come disse l’allora presidente Usa), così l'economia potrà ripartire”. Da McDonald’s non costa neppure molto. Il garage per ora può aspettare.

http://quomedia.diesis.it/news/16747/berlusconi-rai-troppo-pessimista-e-anti-governativa